Origini e valori

La Fondazione “Duc in altum” è la risposta di un gruppo di laici legati in vario modo alla figura di Papa Wojtyla a questo invito a prendere il largo.

La sua ispirazione poggia sugli insegnamenti del Concilio Vaticano II al quale, lungo i suoi ventisette anni di pontificato, ha fatto costante riferimento San Giovanni Paolo II, che ne resta l’ispiratore ideale.

Tracciando le linee guida della Chiesa nel mondo contemporaneo, Il Concilio ha detto parole chiare e inequivocabili sull’impegno dei cristiani nei riguardi della società umana. I laici in particolare, che sono parte attiva della Chiesa, non solo devono animare il mondo con spirito cristiano ma devono fare propri «gli impegni e le attività temporali quando agiscono quali cittadini del mondo, sia individualmente, sia associati». Concetti, questi, che sono stati una costante nella missione di Papa Wojtyla e che trovano ampio riscontro nella “Novo millennio ineunte”, la Lettera apostolica da lui indirizzata all’episcopato, al clero e ai fedeli al termine del Grande Giubileo del Duemila.

Il Papa, in particolare, evidenziava che il nuovo millennio, appena iniziato, era carico delle contraddizioni di una crescita economica e tecnologica che offre a pochi fortunati grandi possibilità lasciando milioni e milioni di persone non solo ai margini del progresso, ma alle prese con condizioni di vita ben al di sotto del minimo dovuto alla dignità umana. Di fronte a problemi di tale drammaticità, Giovanni Paolo II esortava i laici a rendersi presenti in tutti i settori etico-sociali con testimonianze di chiaro stampo cristiano e, riallacciandosi alle dottrine del Concilio Vaticano II, scriveva testualmente: «Il messaggio cristiano lungi dal distogliere gli uomini dal compito di edificare il mondo, lungi dall’indurli a disinteressarsi del bene dei propri simili, li impegna piuttosto a tutto ciò con un obbligo ancora più stringente».

Per dare un segno di carità e di promozione umana il Papa chiedeva con forza che, a ricordo del Grande Giubileo, fosse realizzata un’opera frutto e sigillo della carità giubilare.